Estensione CBAM: Come cambiano le regole per l'importazione di prodotti finiti in metallo
L'Unione Europea prosegue con determinazione nel suo percorso di decarbonizzazione, aggiornando le norme relative al Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). La recente proposta di modifica al Regolamento (UE) 2023/956 segna un punto di svolta fondamentale: il passaggio dal monitoraggio delle sole materie prime a quello dei prodotti finiti e semilavorati a valle.
L'estensione dei beni soggetti a tassazione
Fino ad oggi, il CBAM si era concentrato principalmente su settori "hard-to-abate" come il ferro e l'acciaio primario. Il nuovo allegato amplia drasticamente la lista dei codici doganali coinvolti. Tra le novità più rilevanti troviamo:
-
Settore Costruzioni: Strutture, ponti, torri e infissi in ferro o acciaio.
-
Componentistica Industriale: Serbatoi, contenitori per gas liquefatto, cavi intrecciati e un'ampia gamma di viteria e bulloneria.
-
Prodotti Combinati: Mobili in metallo, elettrodomestici come lavatrici, motori a combustione interna e strumenti medicali.
La nuova metodologia di calcolo delle emissioni
Per gestire la complessità dei prodotti assemblati, l'UE ha introdotto una formula rigorosa per calcolare le emissioni incorporate specifiche ($SEE_{g}$). Il calcolo non considera solo le emissioni dirette dell'impianto di produzione, ma somma le emissioni dei cosiddetti precursori (input materiali).
In particolare, per i beni in ferro, acciaio e alluminio, la massa dei materiali in ingresso diventa una variabile critica per determinare l'impatto ambientale finale del prodotto finito. Questo obbliga gli importatori europei a richiedere dati estremamente granulari ai propri fornitori internazionali.
Misure anti-elusione e gestione dell'energia
Un altro pilastro dell'aggiornamento riguarda l'energia elettrica. I valori di default per le emissioni indirette saranno ora basati su dati geografici specifici del paese o della regione di origine. Se un paese terzo dimostra di avere un mix energetico più pulito della media, potrà richiedere l'uso di valori alternativi, premiando di fatto le catene di fornitura più verdi. Inoltre, vengono chiariti i requisiti per i Power Purchase Agreements (PPA), che devono essere verificabili lungo tutta la catena, anche in presenza di intermediari.
Conclusioni per le imprese
Questa evoluzione normativa trasforma il CBAM da una norma settoriale a una sfida trasversale per tutta la manifattura. Le aziende devono ora implementare sistemi di tracciabilità delle emissioni lungo tutta la supply chain per evitare sanzioni e gestire l'aumento dei costi doganali legato all'impronta di carbonio dei prodotti importati.
