Nuovo Compendio UE 2025: Come l'ETS e le Nuove Regole impattano sul Valore Doganale
Il panorama del commercio internazionale ha subito una scossa significativa il 3 dicembre 2025, con la pubblicazione da parte della Commissione Europea del nuovo Compendio sul valore doganale. Questo documento, essenziale per interpretare il Codice Doganale dell’Unione (CDU), introduce cambiamenti che vanno ben oltre la teoria, impattando direttamente le casse delle aziende importatrici.
Analizziamo nel dettaglio le novità e perché la cosiddetta "Soft Law" sta diventando sempre più hard per gli operatori economici.
Il peso della "Soft Law": Perché non potete ignorarlo
Sebbene il Compendio non sia un atto giuridicamente vincolante come un Regolamento UE, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea e la Corte di Cassazione italiana lo considerano uno strumento fondamentale. In assenza di definizioni normative chiare – come accaduto storicamente per il concetto di "condizione di vendita" sulle royalties – i giudici si affidano a questo testo per emettere sentenze. In pratica: ciò che è scritto nel Compendio orienta l'esito delle verifiche fiscali e doganali.
Commento n. 20: L'Ambiente entra nel Dazio
La novità più rilevante dal punto di vista economico è l'introduzione del Commento n. 20. L'Unione Europea ha collegato le politiche ambientali alla fiscalità doganale attraverso l'European Emission Trading System (ETS).
Le grandi navi (sopra le 5.000 tonnellate) devono acquistare quote di emissione per la CO2 prodotta. Il nuovo orientamento stabilisce che i costi sostenuti dalle compagnie marittime per queste quote devono essere considerati parte integrante delle "spese di trasporto" fino al luogo di introduzione nell'UE. Poiché le spese di trasporto concorrono a formare il Valore di Transazione (art. 71 CDU), l'inclusione dei costi ETS alza automaticamente la base imponibile su cui vengono calcolati i dazi. Importare via mare, quindi, comporta ora un onere daziario maggiore riflesso dai costi ambientali.
Conclusione n. 17: La rigidità della Gerarchia
L'aggiornamento porta chiarezza anche sui metodi di valutazione alternativi al valore di transazione. La Conclusione n. 17 deriva dall'analisi di un caso pratico in cui un importatore tentava di applicare il criterio del "valore dedotto", saltando il metodo del confronto con merci identiche o similari.
La Commissione ha ribadito che la gerarchia prevista dall'art. 74 CDU non è opzionale. Se al momento dell'importazione (o in un periodo molto prossimo) è disponibile il prezzo di merci identiche vendute per l'esportazione verso l'UE, l'azienda è obbligata a usare quel parametro. Non è permesso scegliere il metodo più vantaggioso o più semplice se i dati per applicare i metodi prioritari esistono.
Focus su Transfer Pricing e Royalties
Infine, il Compendio recepisce importanti aggiornamenti dal WCO (World Customs Organization) riguardanti il Transfer Pricing. Si rafforza l'uso della documentazione sui prezzi di trasferimento per verificare la congruità dei valori dichiarati nelle transazioni tra parti correlate (infragruppo), così come si affinano i criteri per determinare quando i diritti di licenza (royalties) devono essere aggiunti al valore in dogana.
Per gli operatori economici, questo aggiornamento è un segnale chiaro: la compliance doganale richiede una precisione chirurgica e una visione integrata tra logistica, ufficio acquisti e dipartimento fiscale.
